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Babalù: il re della terra

  • Categoria dell'articolo:Storia

Estremamente temuto e rispettato, Babalú Aye è il Signore, il protettore di molte malattie, soprattutto quelle legate alla pelle e quelle a stampo infettivo virale. Spesso è associato al sole perché il sole è fonte di vita in alcuni luoghi ed anche fonte di morte in altri. Altresì conosciuto anche come il protettore del vaiolo

Chi è Babalú Aye ?

Si presenta come un uomo muscoloso che si copre il corpo con la paglia e cammina con l’aiuto di un bastone. È solito coprirsi in viso per nascondere il suo vaiolo poichè può far ammalare qualsiasi persona come punizione, motivo per cui è così temuto. Tuttavia, ha delle doti guaritrici e proprio per questo motivo le persone lo rispettano. Nessuno nella diaspora africana vuole soccombere al lato cattivo di Babalú Aye ed essere afflitto da malattie potenzialmente letali. Ad oggi, per chi non conosce bene la sua storia o non ha un background culturale a riguardo intende Babalù come un Orisha temerario ma non è così, infatti, nelle minoranze culturali che praticano la Santeria (Brasile, Cuba, Argentina, Perù, ecc) Babalù è considerato il misericordioso. La sua forza e la sua onnipotenza possono curare in men che non si dica, così facilmente come può punire.

Alcune tradizioni raccontano che Babalú Aye contrasse il vaiolo come punizione del dio Olofi. Fu punito per essere stato disobbediente e per non avere un bel carattere. Ha perso tutte le sue ricchezze e la prova della sua esistenza su questa terra sono una lezione di umiltà, perseveranza, pazienza e carattere.

Babalú Aye è anche il protettore di tutti gli animali. Soprattutto i cani che lo accompagnavano ovunque lui andasse.

La cerimonia per adorare Babalú Aye è conosciuta come Awan nelle tradizioni della Santeria. Il numero sacro di Babalú Aye è 17 e i suoi colori sono viola, marrone e giallo. Il 17 dicembre è il giorno di Babalú Aye ed in questo giorno è simbolo di buona fede offrire del cibo in simbolo di adorazione come per esempio una spiga di mais arrostita, popcorn, rum, tabacco e fagioli.

Il legame tra Babalù Aye e la nascita della Baguetteria

Babalù come baguetteria nasce a Tricase (LE) in piena fase post-pandemica. Un progetto ispirato dal cantautore Alessando Mannarino, precisamente dalla canzone “Apriti Cielo” del 2018 in cui l’autore cita Babalù per le sue doti guaritrici.

Proprio per questo motivo per i poteri attribuiti all’adorato e quindi la facoltà di guarire malattie infettive la baguetteria prende il nome di Babalù come un grido che dal basso Salento implora alla guarigione dei popoli ed invoca allo stesso tempo il santo affinchè faccia passare l’orda del virus.

In casa Babalù tutto è ispirato alla bontà, alla genuinità ed alle proprietà organolettiche degli ingredienti, i panini (paguettes e pucciotti) portano il nome di divinità sia Oniriche che Greche partendo da Circe, passando per cupido fino ad arrivare alla Dea Nike.

A farla da padrone sono i sapori della cultura culinaria salentina e gli accostamenti firmati Babalù come nella baguette Polifemo in cui la porchetta romana incontra le melanzane del basso salento, o ancora, Selene in cui prosciutto di praga e pecorino fanno danzare le papille gustative, o ancora un altro cult del menù, Prometeo a base di carpaccio di Anguss e pomodori secchi che delizia chiunque lo assaggi. Per non parlare della molteplicità di impasti disponibili da poter scegliere e combinare con gli ingredienti.

Una storia quella della di Babalù tutta da scoprire, o meglio, tutta da assaggiare e raccontare al prossimo così da divulgare il verbo che a Tricase, nel centro pulsante della movida è arrivato Babalù il guaritore, affinchè coloro i quali accusano languorini possono essere pienamente soddisfatti.

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