Al momento stai visualizzando Enogastronomia Salento: cosa devi assolutamente assaggiare

Enogastronomia Salento: cosa devi assolutamente assaggiare

  • Categoria dell'articolo:Senza categoria

Enogastronomia Salento: cosa devi assolutamente assaggiare

Enogastronomia Salento: è uno dei motivi per cui, negli ultimi anni, l’estremo tacco della Puglia risulta particolarmente apprezzato da turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Così come la lingua, l’architettura e l’arte di questa terra, anche il cibo è fortemente influenzato dalle culture che nei secoli si sono intrecciate all’interno di questo piccolo ma prezioso fazzoletto di terra.

I Messapi e il cibo: le cose che forse non sapevi

Tra i popoli che più hanno influito nella storia antropologica della penisola Salentina ci sono i Messapi. Questo popolo ha portato un importante contributo storico alla cultura e tradizione autoctona. Quando parliamo del popolo messapico, in realtà, facciamo riferimento ad un insieme di popoli tra cui Fenici, gli Illiri e gli Elleni che si stanziarono intorno al 1000 a.C. nel territorio del Salento. Essi non hanno mai cercato di conquistare i popoli confinanti con l’intento di espandere il proprio territorio ma si sono stretti nella difesa e nella protezione della terra ospitante contro gli attacchi altrui. Una presenza importante di cui vi è una precisa traccia. Essa ha contribuito a rafforzare la cultura locale ma anche, come vedremo a brevissimo, l’enogastronomia salentina.

La dieta dei popoli antichi, quello che forse mangerai nel Salento!

Enogastronomia Salento: le origini I Messapi prediligevano una dieta molto varia con verdure, cereali, erbe selvatiche spontanee, legumi, carne e formaggi che inserivano sapientemente in tutte le ricette. Chi è già stato nel Salento, ben comprende come questo menù si ripeta negli agriturismi o nei ristoranti tradizionali che tramandano e conservano gli antichi sapori. In locali più attenti e curati, potrete assaggiare la purea di fave o fi ceci con cicorie selvatiche o altre erbe spontanee, Ma anche il pane fritto nato dall’esigenza di non buttare, e quindi sprecare, il pane del giorno dopo. Ma il punto forte era il vino. Oltre all’allevamento tra l’altro di cavalli, d’api e di una fiorente agricoltura di cereali, ulivi, ortaggi e legumi, una buona parte della loro produzione di successo era rappresentata proprio dalla vite.

La vite e il vino: una ricchezza che si tramanda

La storia vitivinicola del Salento è celebrata e riconosciuta in tutto il mondo. Da qui provenivano le uve più ricercate, che davano vita a vini noti e ampiamente apprezzati. La Puglia, infatti, ha sempre rappresentato un punto nodale del commercio enologico internazionale, in cui venivano prodotti e da cui venivano esportati vini di ogni tipo. Accadeva questo già ai tempi dei Messapi e dei Greci. Il Mediterraneo rappresentava per l’olio e il vino la principale strada di commercio.

Da “Merum” a “Mieru”

Il Merum, già prodotto da Greci e Romani in epoche antichissime, era considerato la bevanda del dio Bacco. Il nome deriva, con molta probabilità, dall’espressione “mir”, usata molto prima dalle popolazioni autoctone per definire una cosa buona e lodevole, infatti ancora oggi il vino si chiama in dialetto locale: “Mieru”. Oggi, nelle trattorie, negli agriturismi, nei ristoranti e in ogni altro luogo in cui viene offerto un servizio di gastronomia, il vino salentino è immancabile ed occupa il suo spazio come ospite d’onore.

Quali vini sono da assaggiare assolutamente?

La risposta è ovviamente molto soggettiva. L’enogastronomia salentina è ricca di prelibatezze e i consigli non possono non tener conto dei gusti personali del singolo. Tra i vini più apprezzati e consumati, tuttavia, ce ne sono alcuni più famosi di altri.

Vediamo quali:

  1. Il Five Roses. Si tratta di uno dei vini migliori che la terra salentina offre è prodotto dalla cantina Leone De Castris. Questa cantina vanta una produzione di vini di qualità eccellente. Il Five Roses è il primo rosato ad essere stato imbottigliato in Italia, estratto e ricavato principalmente dalle uve Negroamaro. Questo vino concilia sapore e gusto di un’uva che nasce in una terra calda e si arricchisce del calore del sole, si tratta di un vino delicato e di classe.
  2. Il Pietra Susumaniello. Vino rosso IGT Salento  prodotto dalle Cantine Menhir. Si tratta di un vino prodotto attraverso un processo di invecchiamento e affinamento eseguito all’interno di una vasca d’acciaio su fecce fini, un procedimento che dura almeno sei mesi.
  3. Il Negroamaro Salento IPG Le Braci di Garofano Vigneti e Cantine. Proprio a Garofano, enologo irpino, salentino di adozione scomparso nel 2019, si deve la rinascita del sud vitivinicolo cambiando in particolare le sorti del Negroamaro, erigendolo a vino nobile e non da taglio.

 

 

Lascia un commento